Il Pecorino di Filiano Dop detiene un primato, quello di essere il primo prodotto agroalimentare interamente lucano ad aver ricevuto il marchio a denominazione di origine protetta.
Si tratta di un formaggio a pasta dura, ottenuto con latte intero di pecora di razza Gentile di Puglia e di Lucania, Leccese, Comisana, Sarda e loro incroci. Si produce in un areale di 30 comuni, che si estende dal Vulture alla zona del Melandro.
In questa zona i casari usano ancora, come prescritto dal disciplinare, strumenti tradizionali come lo “scuopolo” per rompere la cagliata e le “fuscedd”, le caratteristiche forme di giunco. Peraltro anche la cittadina che presta il nome al Pecorino, Filiano appunto, deve a sua volta il nome all’abbondanza di lana filata e alla presenza di numerosi allevamenti di pecore che la caratterizzavano in passato.
Ne sono un esempio le strutture produttive dei nobili Doria, organizzate nel ‘600 con criteri davvero imprenditoriali: nel territorio di Melfi vi erano masserie specializzate per l’allevamento di pecore, maiali, vacche e bufale. Nei registri delle aziende, conservati nell’archivio di Stato di Potenza, è documentata la consistenza del patrimonio zootecnico ed in particolare ovino, che da solo raggiungeva punte di oltre 10.000 capi. L’intera economia della zona era quindi vivacizzata anche da stabilimenti per la trasformazione del latte e della lana.
Le greggi della “azienda” dei Doria passavano dalle masserie della piana dell’Ofanto, dove trascorrevano i mesi invernali, alle alture della Valle di Vitalba dove si trasferivano in estate. È qui che nei mesi di giugno e luglio si svolgeva il rito della produzione di formaggi, in particolare del Pecorino, la cui qualità è dovuta all’eccellenza dei pascoli generosi di erbe officinali, come l’origano, il timo, il finocchietto selvatico, nonché della ricchezza di acque che sgorgano cariche di sali minerali dalle falde vulcaniche del monte Vulture.
Il Pecorino di Filiano ha un sapore dolce e delicato, dal piccante giustamente pronunciato, con odori ed aromi tipici.
La sua produzione viene svolta principalmente a livello familiare, seguendo tecnologie di caseificazione tradizionali, tramandate da generazione in generazione, nel rispetto delle produzioni naturali strettamente connesse al territorio di origine.