Il valore ambientale, paesaggistico storico e culturale, la presenza diffusa di areali dedicati all’olivicoltura, l’ attenzione crescente delle nuove generazioni alla coltivazione e trasformazione, unita all’attenzione per le produzioni di qualità e alla produzione biologica ma anche alla localizzazione dei frantoi che garantiscono una tempestiva lavorazione delle drupe dopo la raccolta, costituiscono dei punti di forza del comparto non eludibili.
Dati settore olivicolo
Tra le colture arboree più antiche e diffuse in Basilicata, l’olivo occupa il 54% della Superficie Agricola Utilizzata, pari al 5,4% della SAU regionale ed è coltivato prevalentemente in collina (64% della superficie), mentre in pianura è presente il 18% della superficie investita.
Panorama varietale
Il patrimonio olivicolo è contraddistinto da una trentina di varietà autoctone che rappresentano un potenziale commerciale importante in grado di consentire un’offerta di prodotti diversificati (oli monovarietali) per la soddisfazione dei differenti gusti dei consumatori.
L’Ogliarola del Bradano, la Majatica di Ferrandina, la Faresana, l’Ogliarola e l’Ogliarola del Vulture insieme insistono sul 43% della superficie olivicola regionale. Tra le varietà non autoctone, quelle maggiormente presenti in Basilicata sono la Coratina, il Leccino e il Frantoio che occupano il 34% della superficie olivicola regionale.
Produzione
La superficie regionale è di 26mila ettari e le aziende. 145 sono i frantoi annualmente impegnati nelle campagne di molitura. Il 99% della superficie è destinata alla coltivazione di olive per olio, solo 176 ha producono olivi da tavola (dati censimento ISTAT 2020); la produzione totale di olive si attesta, nel 2020, su 30.736 tonnellate con 20.340 aziende impegnate nel settore. La produzione di olio nella campagna 2021-2022, oscilla dalle 6mila alle 4mila tonnellate, pari al 1,5% della produzione nazionale, con valore della produzione commerciale intorno ad una media di 25 milioni di euro.