Complice il clima con le sue forti escursioni termiche estive, in piena maturazione delle uve, la coltivazione di due vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon e il Merlot regalano a questa piccola valle nel tratto iniziale dell’Agri un vino particolarmente equilibrato, strutturato e adatto a invecchiare. Si tratta della seconda Doc lucana: il Terre dell’Alta Val d’Agri.
La storia e l’archeologia testimoniano con i ritrovamenti avvenuti presso l’antica Grumentum, colonia romana del III sec. a.C., l’antica coltivazione della vite e la produzione del vino: ne sono un esempio, le fornaci per produrre anfore adatte al trasporto del vino risalenti al periodo tra il I e il II sec d.C., oggi custodite nel Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri di Grumento Nova. Un’altra delle tante testimonianze è la citazione dello storico viaggiatore Giuseppe Antonini ne “La Lucania” del 1747 sull’agro di Viggiano “molto ben coltivato, specialmente le vigne sono da quei contadini tenute con tal proprietà, che fanno invidia a quelle di Toscana”. E sempre nel Comune di Viggiano esiste una località che si chiama “Vigne” su cui è stato coniato un detto: “Perdersi nelle vigne di Viggiano”. In questa contrada, caratterizzata da un fitto labirinto di filari, è ancora usanza festeggiare la Festa dell’uva che si celebra la prima domenica di ottobre, giorno dedicato alla Madonna di Pompei, e periodo in cui le vigne si presentano lussureggianti e pronte a dare i loro frutti. Quando è stata proposta la Doc Terre dell’Alta Val d’Agri nel 2003 esisteva in Basilicata solo il dominio incontrastato di trentadue anni di “Doc Aglianico del Vulture” e non fu semplice proporre anche al grande pubblico un nuovo protagonista della vitivinicoltura lucana. I numeri crescenti della produzione e della risposta del mercato, però, hanno dato in questi anni ragione del carattere del vino dell’Alta Val d’Agri. Ma esaminiamolo più da vicino, i vigneti sono allevati su terreni di medio impasto ad un massimo di 800 metri sul livello del mare, situati nei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno, che rappresentano la zona di produzione. Il vino è realizzato in tre tipologie: il “Rosso”, che può seguire un invecchiamento di minimo un anno, il “Rosso Riserva” che invecchia due anni e il “Rosato” che prevede anche l’utilizzo di Malvasia Bianca di Basilicata. Il Terre dell’Alta Val d’Agri si presenta con un colore rosso rubino, all’olfatto, vellutato, docile, con un contegno aristocratico. Ha una buona solidità, una dolcezza di more per nulla insistente, spigliato e dotato di una vinosità giovanile. Il retrogusto è elegante ed intenso.
Terre dell’Alta Val d’Agri Doc
ALSIA- AASD Bosco Galdo – Via Grumentina, 118 – Villa d’Agri (PZ)
Denominazione: Terre dell’Alta Val d’Agri Doc |
Istituito con: D.M. del 4/09/2003 (G.U. n. 214 del 15/9/2003) |
Resa uva/ha: 12 tonnellate |
Resa massima uva/vino: 70% |
Tipologie: Rosso, Rosso Riserva, Rosato |
Zone di produzione: Comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno (Pz) |
Vitigni: Merlot, Cabernet Sauvignon, Malvasia di Basilicata, Vitigni idonei alla coltivazione per la provincia di Potenza |