Basilicata tipica

Sulla via del fiume Sinni

Montagne imponenti e paesaggi selvaggi, sorgenti termali e terre brulle, immensi laghi artificiali e rigogliosissimi boschi, fertili pianure e mare. È la via dell’acqua più variegata e spettacolare della Basilicata. L’antico fiume, denominato Siris, sgorga dal Massiccio del Monte Sirino e sfocia a Policoro, attraversando nel suo tratto finale il bosco pantano, una riserva naturale di grandissimo pregio naturalistico. Ricco di acqua, come il fiume Agri, il Sinni, che va da Est a Ovest, è stato navigabile per molti secoli. Dalle pendici delle montagne, dove nascono le bontà della terra come la Melanzana Rossa e il Fagiolo Bianco di Rotonda DOP, spicca in vetta il rarissimo esemplare di Pino Loricato. Scendendo verso la valle che lo accoglie, il fiume costeggia il comprensorio ecologico termale del Pollino situato a Latronico. Le virtù terapeutiche delle acque sorgive, molto probabilmente, erano note fin dalla preistoria e utilizzate come luogo di “culto delle  salutari acque”.  Scorrendo verso una larghissima fiumara, costeggiata da colline rigogliose che lasciano spazio via via ai calanchi, nel territorio di Francavilla sul Sinni si aprono agli occhi campi disseminati di alberi da frutta, agrumi, peschi e peri. Nella Valle del Sarmento che si attraversa, le antiche tradizioni dei coloni albanesi, rimaste intatte e autentiche nella lingua e nei costumi, si ritrovano nel paesino di San Costantino e San Paolo Albanese. A San Costantino, da marzo a dicembre con il volo dell’aquila si plana in quattro sui tetti dominando il paesaggio presidiato da falchi e aquile. A San Paolo, invece, il Museo dedicato alla Cultura Arberesche ne preserva l’identità e i valori ancora perpetuati nei rituali del matrimonio e dei funerali, nonché nelle feste religiose e folcloristiche in cui protagonista indiscusso è il grano avvolto in fasce portato a spalla mentre le danze animano le piazze.
Puntanto al mare e scendendo a valle, spiazza la vista per la sua immensità il lago di Monte Cotugno, la diga in terra battuta più grande d’Europa che contiene 530milioni di metri cubi di acqua. Domina la valle con le sue acque invasate da torrenti e fiumi come il Sarmento, l’Agri, il Serrapotamo e il Sinni. Utilizzate per scopi agricoli, industriali, potabili e civili, le acque della diga di Monte Cotugno sono meta di colonie di uccelli migratori e accolgono attività sportive e ricreative. Spettacolari sono le immagini di alcuni film girati lungo le strade e le pareti della più grande opera in terra battuta mai realizzata in Europa, tra cui Terra Bruciata, il western all’italiana di Fabio Segatori che vede protagonisti Roul Bova, Giancarlo Giannini e Michele Placido, e il video promo della 458 Ferrari Spider. Nella zona è coltivato il Peperone di Senise IGT, l’oro rosso di Basilicata e ambasciatore della cucina lucana nel mondo. Buoni anche i prodotti tradizionali della zona, tra cui il biscotto a otto di Latronico, i raskiatelli di Legumi di Fardella, il falagone tipico del periodo pasquale, liquore di Chiaromonte, infuso con i fiori di sambuco e ottimo con il dessert, solo per citarne alcuni. Proseguendo in giù, con il mare sullo sfondo, Valsinni, l’antica Favale, già conosciuta come terra di sorgenti, arroccata su un’altura domina con il suo portato storico e letterario. Il Monte Coppolo, tra le maggiori bellezze naturalistiche dell’area, è circondato dalle mura di fortificazione che racchiudono un’acropoli attribuibile al IV secolo. Valsinni è conosciuta per il destino amaro della geniale poetessa Isabella Morra uccisa dai fratelli per una presunta relazione clandestina con il barone spagnolo Diego Sandoval de Castro e per i suoi dolenti versi riscoperti da Benedetto Croce nel ‘900. A lei è dedicato un Parco Letterario dove menestrelli e cantastorie nei mesi estivi decantano versi bellissimi e struggenti poesie. Dal Castello di Valsinni, ultimo avanposto della valle affacciato sulla grande piana di Metaponto, si scorge il corso del fiume che si butta a mare attraversando il bosco pantano a Policoro.  Già antica Eraclea, fondata nel 433 A.C, aPolicoro è possibile visitare il Museo Archeologico Nazionale della Siritide che espone importanti reperti dell’antica Magna Grecia, come corredi funerari di straordinaria importanza, contraddistinti, nella fase di VII-V sec. a.C., da armature in bronzo, gioielli in argento, oro e ambra, da vasi indigeni a decorazione geometrica, da ceramiche greche figurate e da vasi etruschi in bucchero. L’area Archeologica conserva i resti di un Tempio di Dioniso e quelli dell’antico Santuario di Demetra, composto da edifici di modeste dimensioni. Terra fertile e generosa da tempi remotissimi, la zona si distingue per le produzioni ortofrutticole di grande qualità e varietà: agrumi, albicocche, nettarine, pesche e fichi al top dell’offerta, insieme alle fragole di varietà Candonga.

Eventi enogastronomici

Senise
Agosto: Sagra del peperone “U strittul ru zafaran

Rotonda
Agosto: Il bianco e la rossa

I prodotti di qualità lungo la via del fiume Sinni

Fagioli bianchi di Rotonda Dop
Melanzana rossa di Rotonda Dop
Peperone di Senise Igp