Dal monte Arioso fino alla spiaggia dell’antica colonia greca di Metaponto, il fiume Basento, il più lungo della Basilicata, bagna un paesaggio vivente e cangiante. Dolomiti, boschi, ampie valli, calanchi argillosi, ridenti campi coltivati a frutta, pinete e mare: percorrere la sua via significa immergersi nel mondo delle Basilicate e dei suoi sapori: carni podoliche e caciocavalli, agnelli delle Dolomiti, olive e olio di Majatica, vino, fragole, frutta e ortaggi. Partendo da Serra di Vaglio, sito archelogico che domina la Valle del Basento, si trovano i resti del Santuario dei Lucani dedicato alla Dea Mefite, divinità legata alle acque e invocata per la fertilità dei campi e della fecondità femminile. Proseguendo sulla Basentana, nella foresta della Grancia, a Brindisi di Montagna, nel primo Parco storico rurale e ambientale d’Italia nei mesi estivi ha luogo “La storia bandita”, un cinespettacolo con effetti speciali che racconta delle insorgenze napoleoniche e del brigantaggio meridionale. Seguendo il corso del fiume, uno sbarramento del suo affluente, alto 54 metri, capta il flusso verso la Diga Camastra, un invaso dalle acque limpide e cristalline, le più salubri dell’intera regione dove sguazzano quasi tutte le specie di pesci dell’Italia meridionale.
Come giganti emersi dal mare, raggiungendo la valle, si levano lungo le vie del Basento le Dolomiti lucane che prendono il nome dalle loro sagome: l’aquila reale, la grande madre, la civetta.
Tra le cime delle dolomiti si può anche spiccare il volo imbracati e agganciati a un cavo di acciaio librando nello spazio aperto: è il Volo dell’Angelo, grande attrazione del luogo che unisce alla scoperta del territorio l’emozione di stare sospesi e trasvolare sul paesaggio mozzafiato tra Castelmezzano e Pietrapertosa. Boschi, parchi e fitte foreste, dove i briganti hanno fatto lo storia dell’antica Lucania, accolgono lungo i tratturi vacche e buoi in transumanza lungo i corsi d’acqua presenti.
Adagiato su un’altura, la città arabo normanna di Tricarico, uno dei centri storici più importanti della regione, con emergenze architettoniche e religiose come la Cattadrale di Maria SS. Assunta voluta da Roberto il Guiscardo, la torre normanna e il Monastero di Santa Chiara, conserva i resti degli orti saraceni, superfici terrazzate il cui letto si articola in una miriade di appezzamenti irrigati con tecniche di canalizzazione delle acque sorgive di matrice araba, usati per diverse tipi di colture. Gli orti saraceni rappresentano un’importante eredità culturale per il paesaggio, frutto di abilità e intuizione che rimanda alla saggezza della tradizione.
Dai fitti boschi, il paesaggio cambia accogliendo il fiume verso la sua foce a mare. I cibi della tradizione, caciocavalli podolici, scamorze, ricotte, salsicce di pezzente, capocolli e soppressate, lasciano spazio ai sapori più mediterranei dell’olio di Majatica, delle olive da forno di Ferrandina, dei vini Doc del materano. Oliveti, campi di grano, vigne e pascoli dipingono il paesaggio interrotto dai calanchi, colline deformi graffiate dall’acqua. Sul corso del fiume, il territorio si fa brullo e scosceso, puntellato di coni aguzzi di colore bianco, con una forza evocatrice che ispira da sempre poeti, scrittori e grandi cineasti. È il paesaggio lunare dei calanchi che caratterizza la valle del Basento, da Pisticci fino ad Aliano, già luogo di confino dello scrittore e medico Carlo Levi, più volte immortalato dal grande cinema. Dai burroni alla campagna, verso il Parco Archeologico di Metaponto e il Museo Nazionale di Archeologia, si entra nell’antica Magna Grecia. La qualità delle sue terre e la possibilità di costruire insediamenti lungo i corsi d’acqua facilitò lo stanziamento degli Enotri, prima della colonizzazione greca, denominando quel pezzo di terra Enotria per la qualità eccezionale del suo vino, come racconta Servio Onorare nell’Eneide.
Testimoni del grande passato di questo territorio ricco di acqua sono l’Antiquarium, il teatro, il castro romano, l’agorà cittadina, la necropoli, i templi di Apollo Licio, Demetra, Afrodite, e il monumento celebre delle Tavole Palatine dedicato ad Hera.
Qui fu realizzata la prima grande opera di bonifica dell’antichità. Grazie ad un sistema di risanamento delle paludi, i coloni poterono avviare un’intensa attività agricola che trasformò il centro urbano in un grande polo commerciale. Spiga e orzo, tra le colture principali, erano raffigurate sulle monete della colonia che fu anche grande centro economico e luogo di importanti competenze scientifiche.
Qui furono trascritte le Tavole bronzee di Eraclea dove sono riportate le disposizioni regolari delle strade e delle regole di coltivazione degli ulivi e delle vigne, dando vita al primo documento ufficiale di Riforma agraria dell’antichità. Oggi denominata la California del Sud, le produzioni di pesche, albicocche, uva da tavola, fragole, agrumi e ortaggi di ogni sorta arrivano a maturazione prima che in altre aree produttive e sbarcano sui mercati nazionali e internazionali grazie ad efficienti reti di distruzione e commercializzazione.
Prodotti di qualità realizzati lungo il percorso