Basilicata tipica

Itinerario Tirreno Vulture

Acque marine, emozionanti strapiombi, grotte e verdi valli, fiumi e laghi glaciali, boschi rigogliosi e vulcani spenti. L’itinerario trasversale Tirreno Vulture parte da Maratea, la perla blu del tirreno affacciata sul magnifico golfo di Policastro. Con il suo Cristo redentore a braccia spalancate, secondo solo a quello del Corcovado a Rio De Janeiro, domina e protegge le popolazioni del luogo. Maratea è tra le più importanti mete turistiche della regione.  Il tratto compreso tra i monte Ceraso e Castroccucco è tra le aree marine meritevoli di salvaguardia in Italia. Vari gli ambienti: spiaggette, insenature, promontori, cale, isolotti, scogli e fondi marini. Le grotte marine, incise dall’azione erosiva dell’acqua del mare che frange le onde sulla roccia, assumono curiose sembianze di pipa per le profonde voragini interne e rappresentano con la loro singolarità un affascinante mondo carsico vivente popolato di forme fantasiose.
Bellissimi i vicoli e le piazzette del centro storico di Maratea dove è possibile visitare Palazzo De Lieto, edificio settecentesco che ospita splendidi reperti di archeologia subaquea. Verso la valle del fiume Noce, nel lagonegrese, sito di interesse comunitario per la straordinaria biodiversità, si attraversano habitat rupestri e ghiaioni calcarei in un paesaggio ricco di acqua e variegato di grandissimo interesse speleologico. Siamo nell’area del Parco Nazionale dell’Appenino Lucano Val d’Agi – Lagonegrese, dove vicino al lago Sirino, piccolo bacino idrico della Basilicata residuo del grande lago pleistocenico che occupava la Valle del Noce, rimangono testimoni vecchi impianti industriali visibili nella vicina Nemoli per lo sfruttamento energetico dell’acqua. La posizione geografica del Parco ne fa un perfetto corridoio ambientale tra le due grandi riserve naturali del Parco nazionale del Pollino e del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, al centro del sistema regionale delle aree protette.

Puntando verso Moliterno, in Val d’Agri, ci si ritrova immersi nella splendida cornice naturale del Lago Laudemio. Di origine glaciale, a quota 1500 metri,  lo specchio d’acqua smeraldina è circondato da una vegetazione boschiva dove abbondano fragoline di bosco, lamponi e more. Mozzafiato il panorama dal Monte Sirino verso la Valle del fiume Agri e verso i maestosi boschi del lagonegrese. Seguendo le vie del fiume, il paesaggio incanta con il susseguirsi di sinuose valli, boschi, santuari solitari, palazzi nobiliari e castelli. Posizionata su un terrazzo fluviale, Grumento, località divenuta dopo il 133 A.C. strategica colonia romana, accoglie i resti di antiche terme e acquedotti. Altre importanti testimonianze dell’antica Grumentum sono esposte al Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri.
Di importanza fondamentale, l’acqua per le popolazioni residenti veniva utilizzata per attività agricole e pastorali, come è evidente nel percorso dei mulini ad acqua e dei lavatoi sparsi sul territorio di Marsiconuovo, Marsicovetere, Montemurro, Moliterno e Tramutola, ad uso degli opifici e dei frantoi dell’area. Grazie alla presenza di corsi di acqua, alla fertilità del terreno, nel rispetto dei disciplinari  le produzioni agroalimentari ed enogastronomiche che sorgono lungo il corso del fiume Agri si fregiano di marchi di qualità per formaggi, fagioli, vini, insieme a prodotti tipici e tradizionali come i salumi, tra cui il prosciutto di Marsicovetere, l’olio extravergine di oliva di Montemurro, il rafano e il pregiato tartufo. Oltre al popolare fagiolo di Sarconi, considerato patrimonio storico e culturale dell’area, c’è anche lo zucchino, al quale si aggiungono ortive come il peperone, il pomodoro, il melone, il radicchio e in questi ultimi anni, anche l’asparago.

Sapientemente utilizzata attraverso opere di ingegneria idraulica, l’acqua ha uno dei monumenti più esemplari, a Sarconi con l’acquedotto Cavour. Con i suoi canali a strapiombo lungo il fiume Maglia, si staglia su maestose arcate in muratura campeggiando così nel paesaggio come un bellissimo  esempio intatto di opera idraulica da ammirare e fotografare.

Tra gli specchi d’acqua più belli lungo cui passeggiare, circondato da boschi rigogliosi, il lago di pietra del Pertusillo, utilizzato per la pesca sportiva e le gare nazionali di canottaggio, è un luogo di ritrovo molto popolato nelle giornate estive di agosto.  Con una capienza di155 milioni di metri cubi di acqua, dall’invaso, creato con lo sbarramento del fiume Agri, si genera energia idroelettrica e si irrigano 35mila ettari di terreno tra il territorio di Basilicata e Puglia. Il suo impianto di potabilizzazione e di filtrazione è tra i più avanzati nel Sud Italia e costituisce un’esperienza interessante di applicazione delle tecnologie hardware e software più innovative nel controllo e nella supervisione dei processi industriali.
Puntando verso Potenza, posto sulla sommità di un colle, nel caratteristico borgo medievale di Brienza che vale una visita, affacciato in posizione panoramica sul torrente Pergola si erge il leggendario Castello Carracciolo con le sue 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno.
Continuando  verso il capoluogo di regione, la riserva naturale regionale Oasi del WFF del Pantano di  Pignola, area protetta e sito di importanza comunitaria, è uno degli ambienti regionali a maggiore diversità biotica grazie alla diversa profondità delle acque e alla ricca copertura vegetale. Il lago ha origine da uno sbarramento artificiale in un’area circondata da prati e coltivazioni, inizialmente paludosa e bonificata in una fase successiva. Qui viene coltivato il famoso fagiolo scritto di Pignola presente nella tradizione contadina e cucinato nelle pignate di terracotta. Variegata e ricca è l’avifauna della zona che consente attività di bird watching.  Puntanto verso la città capoluogo, interessanti sono da vedere il centro storico con le sue chiese, la Cattedrale, la Torre del Castello, il Museo Archeologico Provinciale Dinu Adameşteanu situato a Palazzo Goffredo, tra i più prestigiosi del meridione, dove sono esposti importanti reperti risalenti al periodo degli Enotri residenti lungo le valli dei fiumi Agri e Sinni.  Dirigendosi dal capoluogo di regione verso il Vulture, a Lagopesole, il cui nome deriva da lacus pensilis, lago sospeso dell’era quaternaria che occupava la Valle di Vitalba, è possibile visitare uno dei più suggestivi e imponenti castelli attribuiti a Federico II di Svevia. Luogo simbolo, fa da spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano. Realizzato in conci di pietra arenaria su roccaforte normanna, fu dimora di caccia di Federico II di Svevia e per lungo tempo di suo figlio Manfredi. Oggi ospita un Museo Narrante con allestimento polimediale incentrato sul Mondo di Federico. Proseguendo sulla via del fiume Ofanto che attraversa la Basilicata dall’Irpinia fino alla vicina Puglia attraversando il Vulture, ci si imbatte un un paesaggio dove abbondandanti sono i boschi e le fonti di acqua minerale, con i vigneti del pregiato Aglianico DOCG che ricamano il paesaggio, gli uliveti da cui nasce l’olio extravergine d’oliva del Vulture DOP, le aree pascoli e i caseifici del Pecorino di Filiano DOP.  Qui si incrocia il percorso  del fiume Bradano puntellato lungo la sua via di boschi, castagneti, cascate, specchi d’acqua vulcanici, castelli e testimonianze archeologiche. L’area del Vulture che circonda il corso d’acqua fa da snodo tra la media montagna e la fossa bradanica. Ad occupare l’antico cratere del vulcano, i laghi di Monticchio –  inseriti tra le aree protette della Basilicata –  rappresentano una meta turistica molto battuta per la selvaggia e incontaminata bellezza. Immenso il bacino idrominerario dell’area che, grazie alle sorgenti di acqua minerale acidula, ha dato vita allo sviluppo delle industrie di imbottigliamento che commercializzano le acque lucane sia in Italia che all’estero. Tra le attrazioni del territorio, abitato già nell’era preromana, la città di Venusia, attuale Venosa, diede i natali al poeta Orazio Flacco.  Insieme a lui spunta anche la prima documentazione sulla pasta, nata proprio qui. Dal racconto della VI Satira del 65 a.C Orazio narrava di tornare a casa per mangiare la zuppa lucana fatta con le lagane, pasta di farina di grano duro, oggi comunemente nota come tagliatella o lasagna, condita con le cicerchie. Venosa è ricca di monumenti: nel comprensorio della SS Trinità, il Parco Archeologico  conserva i resti delle terme, dell’anfiteatro, la domus, la Chiesa dell’Incompiuta. Tra i siti di interesse della zona, a Melfi spunta il castello più conosciuto della regione, eretto dai Normanni e ampliato dagli Svevi e dagli Angioni. È qui che nel 1231 Federico di Svevia promulgò le Constitutiones Augustales del Regno di Sicilia.