Da Avigliano verso il Vulture, costeggiando i piedi di un Vulcano spento, dove abbondanti sono le fonti di acqua minerale e le coltivazioni di uva del pregiato Aglianico, il percorso del fiume Bradano si estende tra le ricchezze di un patrimonio ambientale e naturalistico molto generoso. Boschi, castagneti, cascate, aree pascolo, uliveti, vigne, specchi d’acqua vulcanici, castelli e testimonianze archeologiche, l’area che circonda il corso d’acqua fa da snodo tra la media montagna e la fossa bradanica. Ricca è la varietà agroalimentare che risente delle condizioni pedoclimatiche dei luoghi. Partendo dai piedi del vulcano spento, l’Aglianico del Vulture DOCG, entrato nell’olimpo dei vini, è tra i prodotti di punta dell’intera regione. Castagne, olio extravergine di oliva, formaggio pecorino, pane di grande qualità, ottenuto grazie anche alle componenti legate all’acqua, contraddistinguono questo percorso dove le varietà di paesaggi, insieme ai sapori e ai profumi, regalano gustose esperienze sensoriali arricchite anche dalla freschezza e dalla dolcezza della frutta della piana metapontina dove finisce il fiume.
Partendo dall’antico cratere del vulcano dei laghi di Monticchio – inseriti tra le aree protette della Basilicata – rappresentano una meta turistica molto battuta per la selvaggia e incontaminata bellezza fatta di boschi. Giudicato da Guido Piovene “tra i più belli d’Italia, quello di Monticchio è il bosco classico italiano, come si racconta versi dell’Ariosto, ombroso, fitto, vasto e vario, si direbbe una fantasia natalizia, con le sue quasi 1000 piante diverse e la sua fauna inconsueta”. Immenso il bacino idrominerario dell’area che, grazie alle sorgenti di acqua minerale acidula, ha dato vita allo sviluppo delle industrie di imbottigliamento che commercializzano le acque lucane sia in Italia che all’estero.
Tra le attrazioni del territorio, abitato già nell’era preromana, la città di Venusia, attuale Venosa, diede i natali al poeta Orazio Flacco. Insieme a lui spunta anche la prima documentazione sulla pasta, nata proprio qui. Dal racconto della VI Satira del 65 a.C Orazio narrava di tornare a casa per mangiare la zuppa lucana fatta con le lagane, pasta di farina di grano duro, oggi comunemente nota come tagliatella o lasagna, condita con le cicerchie. Venosa è ricca di monumenti: nel comprensorio della SS. Trinità, il Parco Archeologico conserva i resti delle terme, dell’anfiteatro, la domus, la Chiesa dell’Incompiuta. Tra i siti di interesse della zona, a Melfi spunta il castello più conosciuto della regione, eretto dai Normanni e ampliato dagli Svevi e dagli Angioini. È qui che nel 1231 Federico di Svevia promulgò le Constitutiones Augustales del Regno di Sicilia. Assieme al vicino Castello di Lagopesole, costituiscono gli esempi più belli e caratteristici dei Castelli Federiciani in Basilicata.
Attraversando campi di grano a perdita d’occhio e affiancando impervie gravine sulla Bradanica, a Irsina, dove impera la cattedrale rinascimentale Maria SS. Assunta ricca di tesori d’arte, tra cui la statua di Sant’Eufemia del Mantegna, ci si imbatte nel percorso delle fontane. I Bottini, cunicoli sotterranei ad altezza d’uomo, seguono l’andamento della falda acquifera. L’oro blu, captato dal sottosuolo, decanta in vasca per poi essere purificato e incanalato fino alla fontana settecentesca di Via delle Puglie, sgorgando puro e fresco da tredici brocche. Il sistema Bottini per il territorio rupestre dell’area costituisce un grande patrimonio che ha consentito, grazie allo strato di sedimenti alluvionali e ai sovrastanti strati argillosi, l’accumulo di importanti quantità di acqua che alimentano sorgenti esterne alla zona abitata.
Puntanto verso la capitale rupestre, Matera, sito Unesco per lo straordinario patrimonio legato alla raccolta delle acque, per gli amanti dei percorsi naturalistici è d’obbligo fermarsi all’oasi WWF, ricca di rari esemplari aviofaunistici. L’oasi sorge nella riserva regionale di San Giuliano dove, negli anni 50, grazie al Piano Marshall, attraverso uno sbarramento del fiume Bradano, viene creata per scopi irrigui la diga, oggi entrata nell’elenco delle zone umide italiane per la conservazione delle aree di interesse internazionale per fauna acquatica. Qui, nel 2006, un scheletro fossile di balena risalente al pleistocene è riemerso dalle rive ed è attualmente conservato presso il Museo Nazionale Domenico Ridola di Matera.
Tra le impervie gravine dove il Bradano e i suoi torrenti scorrono, nel Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri nasce, nell’alveo di un antico corso d’acqua che un tempo solcava le murge, Matera, una delle città più antiche al mondo che fonda la propria esistenza su un articolato sistema di raccolta delle acque. Canali, cisterne, palombari, a Matera l’approviggionamento della risorsa idrica è stato uno dei problemi più sentiti nei secoli risolto in maniera sorprendente e sostenibile sin dai tempi più remoti. A permettere la decantazione delle acque piovane, un articolato e sofisticato sistema ne ha permesso la raccolta da tetti, strade e vicinati, convogliando le acque in grandi cisterne come quella del Palombaro lungo.
Capitale rupestre e del cinema lucano, rappresenta la Gerusalemme del Sud Italia per la numerosità di importanti film biblici girati nel paesaggio culturale dei Sassi. Tra i monumenti da visitare, oltre ai rioni di tufo e le chiese barocche del piano, il Museo Nazionale d’arte Medievale e Moderna della Basilicata che conserva importanti collezioni d’arte di Camillo D’Errico e opere di Carlo Levi. Attraversando le Gravine, dove scorre sinuoso verso il mare il fiume Bradano, si costeggia Montescaglioso, comune abbarbicato su un’altura dove domina nel suo splendore l’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo, monastero medievale ricco di affreschi e dipinti, luogo di fabbriche monastiche di grande ricchezza dove si svilupparono anche le colture dell’olio, del vino e dei formaggi, tutt’ora rimasti tradizione gastronomica dei luoghi. Le acque del fiume Bradano vanno a sfociare a Metaponto, nell’antica Magna Grecia i cui resti sono custoditi nel Parco Archeologico e nel Museo Nazionale di Archeologia. Testimoni del grande passato di questo territorio ricco di acqua sono l’Antiquarium, il teatro, il castro romano, l’agorà cittadina, la necropoli, i templi di Apollo Licio, Demetra, Afrodite, e il monumento celebre delle Tavole Palatine dedicato ad Hera.
Qui fu realizzata la prima grande opera di bonifica dell’antichità. Grazie ad un sistema di risanamento delle paludi, i coloni poterono avviare un’intensa attività agricola che trasformò il centro urbano in un grande polo commerciale. Spiga e orzo, tra le colture principali, erano raffigurate sulle monete della colonia che fu anche grande centro economico e luogo di importanti competenze scientifiche.
Qui furono trascritte le Tavole bronzee di Eraclea dove sono riportate le disposizioni regolari delle strade e delle regole di coltivazione degli ulivi e delle vigne, dando vita al primo documento ufficiale di Riforma agraria dell’antichità. Oggi denominata la California del Sud, le produzioni di pesche, albicocche, uva da tavola, fragole, agrumi e ortaggi di ogni sorta arrivano a maturazione prima che in altre aree produttive e sbarcano sui mercati nazionali e internazionali grazie ad efficienti reti di distruzione e commercializzazione.
Eventi enogastronomici
Forenza
Sagra della Lucanica
Rapone
Agosto: Sagra della soppressata e del caciocavallo
Filiano
Settembre: Sagra del Pecorino di Filiano DOP e dei prodotti caseari
Melfi
Ottobre: La sagra della varola
I prodotti di qualità lungo la via del fiume Bradano:
Aglianico del Vulture Doc